Alle donne raggiungere qualunque obiettivo richiede più fatica, compresi gli obiettivi glicemici. Analizzando 86 studi dedicati alle differenze di genere tra pazienti in età pediatrica con diabete di tipo 1 è emerso che secondo 20 studi le ragazze hanno livelli di emoglobina glicata più alti dei maschi e solo 1 rileva il contrario: le femmine inoltre avrebbero bisogno di più insulina dei maschi sia basale, sia totale sia alla diagnosi sia negli anni seguenti.
Tra le possibili motivazioni l’effetto degli ormoni sulla sensibilità all’insulina e la differente distribuzione del grasso sottocutaneo. Ci potrebbero anche essere delle motivazioni psicologiche: è noto infatti che gli indicatori sulla qualità della vita registrano dati più bassi nelle femmine con DM1 rispetto ai maschi. I maschi hanno anche livelli più alti di attività fisica e abitudini alimentari più spesso migliori. Le femmine hanno un indice di massa corporea medio più alto e sono più speso obese o sovrappeso.
Non sorprende quindi che le femmine, pur avendo meno ipoglicemie, corrano un rischio nettamente superiore di chetoacidosi sia alla diagnosi sia nel corso della vita.
Infine avrebbero un hanno un maggiore rischio di ospedalizzazione non solo per chetoacidosi ma per qualsiasi causa rispetto ai maschi e una maggiore probabilità di sviluppare complicanze cardiovascolari e nefropatia.
European Association for the Study of Diabetes