Quasi l’80% delle persone con diabete di tipo 1 (e il 60% di quelle con diabete di tipo 2) negli Usa si sentono discriminate a causa della loro patologia. Un dato sorprendentemente alto in un contesto sociale che lotta contro discriminazioni ben più significative come quelle legate all’etnia o al genere.
La ricerca presentata alla International Conference on Advanced Technologies & Treatments for Diabetes parla precisamente di ‘social stigma’, una espressione non immediatamente traducibile che potremmo definire il ‘marchio’ del diabete.
Non si tratta solo di una problematica sociologica. La percezione di una discriminazione è legata al tipo di strumento utilizzato per la gestione del diabete. Il 63% delle persone intervistate ha ammesso che il timore di apparire palesemente diabetici e quindi di essere discriminati ha avuto una influenza sulla scelta dello strumento da utilizzare per la gestione del diabete (ad esempio un tipo di microinfusore rispetto a un altro o rispetto alla terapia multi-iniettiva).